La Psicoterapia Contemplativa è un programma di formazione che si occupa dello studio e della pratica degli insegnamenti buddhisti.

Un concetto centrale è quello di “sanità naturale del paziente”, ossia l’idea che in tutti gli esseri umani esista uno stato originario di sanità mentale, permanente e incontaminato – per quanto oscurato dalle vicende psicopatologiche dell’individuo – e che su di esso possa fare leva l’azione terapeutica, cercando di liberare la strada dagli ostacoli che impediscono di sperimentare il proprio stato mentale originario.

Non ci si occupa dunque soltanto del dolore e dei comportamenti disfunzionali del paziente, ma anche della saggezza e compassione che possiede per natura.

Il compito è aiutare la persona ad accostarsi alla propria esperienza con consapevolezza e gentilezza, rimettendola in contatto con il movimento spontaneo verso la salute.

Nella Psicoterapia Contemplativa è altresì importante il concetto di non separazione, interconnessione, interdipendenza: nella relazione col paziente – definita anche relazione da essere a essere – ciò che accade di momento in momento è una continua danza, nulla è statico, tutto è in divenire.

 

 

“Una caratteristica essenziale della nostra esperienza come terapeuti è l’incertezza, il non sapere. La cosa principale che offro è una piena presenza e la disponibilità a stare con qualunque cosa emerga. Solo quando resto presente alla mia esperienza diretta, per quanto possibile, posso rispondere al paziente in modo appropriato”.
Karen Kissel Wegela