A volte è il cuore che sceglie, altre volte si tratta di attendere. Non è un’attesa passiva, piuttosto un processo in divenire, uno svolgimento naturale che richiede del tempo, proprio come un germoglio per spuntare dal seme o un fiore per sbocciare.
E’ la connessione ad una parte più profonda di sé, saggia e che già tutto conosce. Si tratta solo di lasciarle il tempo di manifestarsi
Circa otto o nove mesi è rimasta piantata nel palmo della mia mano sinistra. Una spina di riccio di castagna. Ci sono caduta sopra mentre camminavo nei boschi. Ho atteso che uscisse da sola, a volte ho provato a usare le pinzette ma lei penetrava più in profondità. Mi faceva impressione l’idea di servirmi di un ago. Ma qualche sera fa, mi sono arresa. Ho usato un ago e la spina è uscita. Mi ero davvero stufata di attendere.
La spina nella mia mano è un po’ una metafora di tutte le volte che non siamo ancora pronti per agire: non so se sia un bene o un male. Non so se significhi procrastinare o se il giusto tempo non può essere forzato. O forse conosco la differenza e me la racconto, perché non mi piace la parte di me che rimanda le cose scomode?
Quando possiamo capire se i tempi sono maturi?
Perché quando sentiamo che lo sono, tutto diviene fluido. Non c’è più sforzo, non c’è più aspettativa, non c’è più alcun ostacolo.
Semplicemente lo facciamo: possiamo dire sì a qualcosa e no a qualcos’altro.
In passato, di fronte ad una decisione da prendere, scrivevo su un foglio una tabella a due colonne: i costi e i benefici, i vantaggi e gli svantaggi. Ma presto mi rendevo conto che non era utile questa strategia, perché a volte non era sufficiente un numero maggiore di benefici per far pendere la bilancia da quella parte.
A volte è il cuore che sceglie, altre volte si tratta di attendere. Non è un’attesa passiva, piuttosto un processo in divenire, uno svolgimento naturale che richiede del tempo, proprio come un germoglio per spuntare dal seme o un fiore per sbocciare.
E’ la connessione ad una parte più profonda di sé, saggia e che già tutto conosce. Si tratta solo di lasciarle il tempo di manifestarsi.